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al testo di Amina Narimi
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lumino al valico d'attesa alla gola sciolta nel suo venire,illesa,di pane imparato alla distanza. che solo stando insieme avremmo detto: -è un miracolo.sui Tre Pini l'ingiunzione dell'incrocio,le Ganzole- dove regnava dio e in tutto il cielo. Sbucando da una nebbia a perdere qualcosa che non s'indovina: la fede. c'era lassù qualcosa di mai visto.di ordinato quel troppo chiaro d'improvviso senza gradi di separazione nella confusione e a stelle fisse mi mangiava il fiato ad ogni verso sola.nel dramma della luce la garanzia di ricevere -senza corpo-la candelora a mani nude, nella piaga hai dilatato i pori lo squarcio e quel cercare verso il Sasso, intorno e al fondo luminosa d'altro canto. Là dove resisto
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